Antonio Calderara

Abbiategrasso, 1903 - Vacciago, Ameno, 1978

"Antonio Calderara è morto nel 1978 e, dopo una formazione da autodidatta, ha trascorso la sua vita tra Milano e il Lago d’Orta. Pochi viaggi, qualche trasloco a cercare le condizioni ottimali per il lavoro, una specie di autarchia conquistata a fatica, la “stanza tutta per sé” più volte evocata come condizione indispensabile, necessaria.

I quadri di Calderara sono astratti, o meglio, lo sono dal 1958, la data di una decisiva svolta verso l’astrazione, una svolta come se ne annoverano pochissime nel Novecento italiano, per modalità, tempi, risolutezza. «Nel 1958, col disegno di mia madre - afferma Calderara in una lunga nota autobiografica – traccio la mia ultima linea curva».

L’astrazione di Calderara, semplice ed essenziale, è un’evoluzione – ma in chiave più lirica, più irriducibilmente umana – della pittura astratto/concreta novecentesca, di certa pittura modernista (di Mondrian, di Albers, su tutti). In cosa consiste esattamente questo lirismo di Calderara?

Nei formati e nello spessore materiale delle piccole tavole. Nelle linee sottili, invisibili, mai troppo definitive e assertive. Nei tremolii e nelle indecisioni delle linee. Nei toni di colore dimessi, delicatamente impuri, porosi e permeabili alle vicinanze. In rapporti di forza (tra aree, zone di colore, ecc) che sono sempre potenzialmente intercambiabili, come equivalenze di possibilità. In un dato atmosferico, paesaggistico, sempre presente nei dipinti: come una foschia densa, impregnata di luce, che sfoca i contorni e i rapporti tra le cose."

 

Davide Ferri, Roma, 2013

Mostre in Galleria

Selezione di opere

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Antonio Calderara, Spazio Luce, 1974, acquerello su carta, cm.16x15,5
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Antonio Calderara, Senza titolo, 1972, acquerello su carta, cm.15,5x10,5
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Antonio Calderara, Senza titolo, 1972, acquerello su carta, cm.16,5x15
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Antonio Calderara, Senza titolo, 1968, acquerello su carta, cm. 20x18,8
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Antonio Calderara, Senza titolo, 1968, acquerello su carta, cm.14,5x15